Transizione Energetica: Obiettivi e Alternative ai Carburanti Tradizionali per il Trasporto Pesante

Apr 4, 2024 | Blog | 0 commenti

Verso una riduzione delle emissioni

Raggiungere la neutralità climatica intensificando la conversione all’utilizzo di carburanti alternativi, rimane un obiettivo condiviso non solo dalle singole aziende di autotrasporto come GI.MA.TRANS, ma anche naturalmente dalla Commissione Europea. 

Come si può immaginare però, tra il dire e il fare spesso di mezzo troviamo costi energetici elevati e soluzioni molto valide per il trasporto leggero, ma non ancora per il trasporto pesante. I fattori da considerare prima di affidarsi ad un’alimentazione alternativa sono vari, primo fra tutti il tipo di veicoli che bisogna gestire, senza contare disponibilità e costo di carburanti alternativi, seguiti da un’attenta analisi per valutare la soluzione migliore per la flotta in questione.

Secondo il piano di riforma Fit For 55 della Commissione Europea, entro il 2050 gli stati dell’Unione dovrebbero raggiungere la neutralità carbonica, seguendo le linee guida del Green Deal proprio per ridurre le emissioni inquinanti. La prima tappa di questo percorso prevede un taglio dei gas serra di circa il 55% entro il 2030, percentuale da raggiungere per le auto, e del 50% in riferimento ai furgoni. E’ una scelta strategica quella di iniziare ad apportare questo iter di cambiamenti partendo dai mezzi leggeri, proprio perché a differenza ad esempio dei bilici hanno un peso notevolmente inferiore, ed è quindi più semplice trovare soluzioni sostenibili sia da un punto di vista green, che da un punto di vista economico.

Quali obiettivi per il trasporto pesante?

Il trasporto merci e persone ha un margine di tempo leggermente più ampio, lo scopo infatti è quello di tagliare le emissioni di CO2 del 45% entro il 2030 e del 90% entro il 2040, percentuali comunque non indifferenti. Potremmo definirla: “la sfida climatica del nostro secolo”, sfida che ha bisogno di diversi alleati. L’opzione migliore è ancora quella di puntare sui biocarburanti per far avanzare la decarbonizzazione dei trasporti. I vantaggi principali di questi biocarburanti contano un impatto ambientale ridotto, un costo pari alla metà di benzina o diesel, l’assenza di metalli pesanti al loro interno, una loro generazione infinita e la possibilità di ricavarli da rifiuti organici, sostenendo quindi anche l’economia circolare.

Tutte le strade portano ad una transizione energetica più equilibrata

Le esigenze del settore autotrasporto, e quindi di un’azienda come la nostra, comprendono un cambiamento economicamente sostenibile, adottando metodi che assicurino una transizione energetica quanto più possibile equilibrata. 

Tra i più popolari tra i carburanti alternativi scelti dal trasporto pesante troviamo il CNG – Gas Naturale Compresso – e il Gas Naturale Liquefatto – LNG, questi gas producono in media meno emissioni di carbonio rispetto al tradizionale gasolio. 

Per rendere l’autotrasporto indipendente dai combustibili fossili, un’altra soluzione è l’utilizzo dell’HVO – Olio Vegetale Idrogenato – ottimo candidato per il suo potenziale nel processo di decarbonizzazione e scelta ideale per percorrere chilometri con una resa quasi identica ai carburanti tradizionali, oltre a garantire la possibilità di utilizzare i motori già esistenti. 

L’elettrico invece è una valida soluzione per i mezzi leggeri, ma non per quelli pesanti, che attualmente sono in grado di percorrere distanze limitate anche a carica completa.

L’idrogeno, una soluzione non così lontana per l’autotrasporto

Secondo i dati più recenti, la vera alimentazione alternativa per il trasporto pesante potrebbe essere l’idrogeno, E-fuel di origine sintetica. Investire in questa soluzione permetterà di superare le criticità legate invece all’elettrico, poiché le celle a combustibile presentano una durata notevolmente superiore rispetto alle batterie e una maggiore stabilità della carica. Alcune stime rivelano inoltre che i costi di gestione di un mezzo ad idrogeno sarebbero la metà di uno equivalente alimentato a diesel, ma purtroppo rimane l’incognita rappresentata dalla tecnologia necessaria a realizzare le infrastrutture per la produzione.